Longobardi… il piccolo borgo ed i suoi tesori!
A Longobardi, in provincia di Cosenza, tutto è slow: dalle vacanze alla cottura (lentissima) di una frittata senza uova. Mentre la “violetta” DeCo rafforza il turismo eno-gastronomico
C’è stato un borgo calabrese che ha celebrato un anniversario importante: i 150 anni di un’antica bottega di paese poi divenuta manifattura, locanda, bar dello sport e oggi bistrot meta di gastro-turisti da tutta la regione e oltre. Ma per partire da quest’angolo di Calabria tocca fare un balzo indietro ancora più lungo, arrivando a fine VI secolo d.C.
Fu allora che un manipolo di hipster di un millennio e mezzo fa conquistò questo costone di Monte Cocuzzo, terrazza naturale sul costa Tirrenca cosentina: non che i Longobardi fossero i primi (né sarebbero stati gli ultimi) invasori-conquistatori della regione, ma il toponimo che resiste ancora oggi ci ricorda con forza quel passaggio.
Mentre le genti si mescolavano sedimentando tradizioni e gusti, con gli anni il borgo di Longobardi si svuotava mentre la marina si sviluppava, dolcemente, con la sua idea di turismo slow lontana dalla cementificazione selvaggia imperante nel resto della costa tirrenica. Da qualche anno, però, il centro storico – memore della tempra di quei combattenti longobardi – sta conducendo la sua, di battaglia, proprio contro lo spopolamento: fa strano dirlo ma è grazie a un’arma insolita come un ortaggio. Di colore viola, anzi violetto. È la melanzana DeCo (denominazione comunale), dolce e compatta, poco acquosa, con pochi semi e dalla buccia liscia e sottile: un unicum che Francesco Saliceti e sua moglie Giovanna Martire stanno rilanciando dal loro avamposto, la Degusteria Magnatum, meno di 20 coperti nel cuore del paese.
È un locale storico, datato 1869, oggi nato in un doppio ambiente con bar-edicola vecchia maniera, dall’alto soffitto, e ingresso ipogeo con liquori, vini e bollicine tra la Calabria e il mondo.
Fonte della notizia: www.repubblica.it