Santuario San Francesco di Paola

Santuario San Francesco di Paola

Il Santuario di San Francesco di Paola affonda le sue radici attorno agli anni 1435-1452. In quel tempo il Santo maturò l’idea di realizzare una piccola chiesa come luogo di preghiera per eremiti e per fedeli.
Il primitivo oratorio, fu costruito attorno al 1436. L’antico romitorio è dotato solo dell’essenziale, senza alcun abbellimento artistico, ma allo stesso tempo racchiude in se un alto valore spirituale, oltre che storico. Questa cappella spoglia, realizzata grazie al sostegno dei genitori di San Francesco, ha rappresentato per molto tempo uno spazio di raccoglimento che avrebbe dovuto favorire l’ascesa dei frati, al riparo da ogni altra distrazione.

 

Questo complesso è stato riportato alla luce solo in tempi recenti.
Intorno al 1452, Francesco mise mano alla costruzione della Chiesa. Con il passare del tempo, però, l’aumento del numero di religiosi che accorrevano dall’umile Frate,spinse all’ampliamento del complesso, a cui fu aggiunta una larga navata con doppia volta a crociera, ed una navata minore a destra.
La Chiesa fu intitolata a Santa Maria degli Angeli, mentre la cappella primitiva rimase dedicata a San Francesco d’Assisi.

 

Il 22 aprile del 1998, una delegazione di frati e progettisti si recò a Roma per far benedire la prima pietra da Giovanni Paolo II ed il 2 maggio dello stesso anno, quella pietra fu posta a fondamento della nuova chiesa.

 

L’edificio, ad oggi, comprende la nuova aula liturgica su due livelli e gli spazi dell’interrato dove sono presenti: sala convegni, penitenzieria, cripta e sala esposizioni.

 

Il luogo prescelto e le esigenze di disporre di una chiesa grande, ma allo stesso tempo ben integrata nel complesso delle strutture storiche esistenti, rappresentarono delle vere e proprie sfide per la creatività del progettista.
La Chiesa è volutamente incastonata ai piedi del monte, in modo da poter rievocare la scelta eremitica del Fondatore; presenta inoltre la fisionomia di una nave, con le cupole a forma di vele, per richiamare alla mente l’attraversamento miracoloso dello stretto di Messina da parte del Santo. Il fuoco, che rappresenta Dio e che nel Santo si è manifestato attraverso il dono dei miracoli, è rappresentato invece dall’antica fornace, che rimane all’esterno, ma perfettamente integrata sul fianco della nuova Chiesa.

 

L’interno della Chiesa è stato ideato per glorificare i maggiori misteri della fede attraverso la simbologia, curata dal mons. Pietro Amato. I materiali, le vetrate e i mosaici sono stati concepiti per richiamare, attraverso la luce frazionata che viene dall’alto, il culto al Cristo, che incarnandosi è divenuto immagine e colore.

 

 

 

*(scatti fotografici gentilmente concessi dal collaboratore Giovanni Carnevale)

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